Classificazione

E’ importante saper distinguere se il problema è dovuto ad api o a vespe ed altri imenotteri in genere.
Oltre che nella forma (le api hanno forma più massiccia e colore tendente al rossiccio, le vespe sono in genere più piccole e giallo chiaro) le principali distinzioni che consentono il loro riconoscimento sono:


A) La durata della colonia:

  • le vespe formano colonie stagionali: tutti i componenti della famiglia (cioè maschi, operaie e la stessa madre fondatrice del nido) si estinguono naturalmente in autunno con l’arrivo dei primi freddi; sopravvivono soltanto alcune femmine fecondate, che riescono a svernare in anfratti (sotto tetti, entro cassonetti delle tapparelle, crepe dei muri, ecc...) e che in primavera daranno inizio ad una nuova colonia.
  • le api formano colonie permanenti costituite da migliaia di individui, con una femmina fecondata (l’ape regina, in grado di vivere più anni, che durante la stagione favorevole depone ogni giorno centinaia di uova), i maschi (i fuchi) presenti essenzialmente in primavera allo scopo di fecondare l’ape regina e femmine sterili (le operaie) che hanno il compito di accudire le larve, pulire il nido, andare alla ricerca del bottino e difendere la colonia da eventuali aggressioni. Quando la regina abbandona il vecchio alveare portando con sé una parte di operaie (sciamatura) al suo posto subentra una nuova regina, cresciuta con uno speciale nutrimento, la “pappa reale”.

B) L'alimentazione:

  • le vespe si nutrono di alimenti dolci di svariata natura (succhi di frutta, conserve, preparati da pasticceria, ecc.. che rappresentano l’alimento degli esemplari adulti) e sostanze proteiche (carne, pesce, materiale organico in decomposizione, insetti) di cui si nutrono le larve.
  • le api si nutrono di nettare e polline e solo occasionalmente sono attratte da liquidi zuccherini.

C) L'apparato pungente:

  • le vespe hanno pungiglioni lisci che consentono di pungere più volte senza alcun problema.
  • le api hanno pungiglioni seghettati che dopo la puntura non possono più essere retratti.
  • sia le vespe che le api possiedono ghiandole a secrezione acida ed alcalina responsabili del dolore e delle eventuali reazioni allergiche alle punture ed una ulteriore ghiandola in grado di secernere un feromone (cioè una sostanza chimica) di allarme al momento della puntura: questo spiega l’accanimento di questi insetti contro la malcapitata vittima.

D) Il periodo in cui creano disagio e le possibilità di intervento:

  • a parte gli incontri occasionali, le api, che sono fondamentali per l’impollinazione e sono protette da specifici articoli di legge che vincolano gli apicoltori, possono creare situazioni di allarme durante la sciamatura, nel periodo primaverile.
  • le vespe, che godono di minori simpatie e non sono tutelate da leggi, hanno però importanti funzioni e ruoli nell’ecosistema (in quanto distruggono considerevoli quantità di insetti dannosi all’agricoltura), ed è opportuno pertanto che vengano controllate, asportando i favi, solo nel caso esista un reale pericolo per le persone. I loro massimi livelli di infestazione si hanno verso la fine dell’estate (agosto-settembre) quando conseguentemente cresce il rischio di occasionale incontro con una di esse.